Nicolò Toscano e il suo tirocinio speciale in residenza Santa Chiara
Nicolò Toscano e il suo tirocinio speciale in residenza Santa Chiara
Un tirocinio speciale quello che Nicolò Toscano ha svolto nella residenza Santa Chiara del Centro servizi Civitas Vitae Angelo Ferro di Padova tra giugno e agosto 2021
Per la prima volta, infatti, la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus ha affiancato agli educatori, nelle attività con gli ospiti non autosufficienti, un tirocinante con una disabilità motoria.
«È stata una sfida – spiega Anita Frison, coordinatrice del plesso B della residenza Santa Chiara – ma non potevamo rifiutarla. Ci occupiamo quotidianamente dei bisogni delle persone fragili e l’idea di avviare un tirocinio con un giovane che, per il suo vissuto, poteva comprendere meglio le emozioni dei nostri ospiti ha sollecitato la nostra attitudine alle nuove sfide».
Ben 250 ore trascorse tra i 150 ospiti di età compresa tra i 60 e gli 100 anni, percorrendo sulla sua due ruote i corridoi della residenza Santa Chiara.
«Gli ospiti – racconta Nicolò – mi hanno accolto come uno di loro. Il nostro essere simili nella capacità di movimento ha facilitato il dialogo e il rapporto umano. All’inizio ero stupito dal fatto che tanti di loro hanno scelto di venire in residenza. Non credevo. Pensavo fosse una scelta imposta dai parenti».
Due mesi di lavoro ma, anche, di scambio umano fatto di racconti, confidenze e tante risate al bar davanti a un caffè.
«La fatica di questo lavoro – prosegue – è nella consapevolezza che l’unico risultato riabilitativo che si può ottenere è quello di non far perdere agli ospiti le loro abilità residue. Mentre quando si lavora con un giovane, come me, si ha la speranza di ottenere, nel tempo, dei miglioramenti significativi».
Mai perdere la speranza che il domani possa stupirci. Questo sembra essere il motto di questo giovane trentenne padovano che ha perso l’uso delle gambe all’età di 19 anni a causa di un incidente in motorino.
«I primi mesi sono stati duri – racconta Nicolò – non posso negarlo. Ma poi ho deciso di essere resiliente e accogliere questa seconda vita così come mi veniva data. Oggi voglio solo pensare che l’incidente mi ha permesso di avere le tante cose che ho e che forse diversamente non avrei avuto».
In questi anni Nicolò ha realizzato il suo sogno di aprire un locale in centro a Padova; ha iniziato a portare in giro la sua testimonianza di vita; si è iscritto al corso di Educazione professionale del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. Ma soprattutto ha incontrato la sua compagna e ha iniziato a giocare con l’Asd Padova Rugby di cui è anche presidente.
La Fondazione Oic Onlus e tutti gli ospiti della residenza Santa Chiara sono stati arricchiti dalla presenza di Nicolò e l’augurio è che la collaborazione possa continuare in futuro.